Nonostante qualche disagio tecnico, il primo incontro del Ciclo Nomen Omen, l’importanza delle parole è stato un successo, ben seguito sia in zoom (con oltre 40 presenze), sia in facebook. L’incontro con Francesca Mandelli, giornalista RSI e autrice con Bettina Müller di “Il direttore in bikini, e altri scivoloni linguistici tra femminile e maschile” (senza dimenticare il libro interviste “La culla dei disobbedienti” del 2018) è stato particolarmente stimolante. La mancanza dell’uso delle declinazioni di genere della lingua, iscritto alle regole grammaticali della lingua italiana, è il retaggio di codici culturali che rendono invisibile la partecipazione delle donne al nostro tempo ancora declinato al maschile, ma ne veicolano ancora stereotipi che riportano le donne alla loro dimensione materna, spesso infantilizzandole.
Per Mandelli il giornalismo è migliorato in questi anni, pertanto è ancora necessario lavorare su come ancora vengono rappresentate le donne, professioniste, nei media.
È stato fondamentale durante l’incontro, l’intervento di Marina Carobbio Guscetti che ha posto al Consiglio degli Stati la questione dell’omicidio passionale, terminologia nel Codice penale presente solo nella lingua italiana e francese, ma non tedesca. Un dibattito che ha preso avvio e che porterà sicuramente a breve a nuovi cambiamenti.
Vale la pena ricordare che ogni fatto di violenza non è un fatto privato, ma si iscrive in una cultura patriarcale di sottomissione delle donne, così come indicato nel preambolo della Convenzione di Istanbul
“il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de jure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne; riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi; riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”
Abbiamo raccolto qualche suggerimento per riflettere sul tema:
Vera Gheno, redattrice dell’Accademia della Crusca, docente di linguistica, tiene una rubrica su “fatti linguistici” su rairadio2, ha pubblicato sul giornale online “La valigia blu” La questione dei nomi delle professioni al femminile una volta per tutte
Serena Fabbrini commenta su “Oggiscienza” l’attribuzione dei Nobel 2020 a tre donne È una donna, una mamma, ha degli interessi ed è una scienziata
Intervento di Francesca Mandellil e Pepita Vera Conforti al Corso di giornalismo 2019-2020
Mandelli e Vera Conforti