Comunicato stampa – 24 novembre 2021
Serata pubblica a Bellinzona, 1 dicembre 2021 – ore 18.00 – 20.00, Auditorium Bellinzona
In collaborazione con Comundo e SOS Ticino
La violenza di genere rappresenta una delle forme di violenza più diffuse al mondo che coinvolge individui, famiglie e intere comunità ed è frutto di dinamiche molto complesse. Colpisce tutte le donne, indistintamente. Ma spesso la violenza che coinvolge le donne migranti comporta una lettura del fenomeno molto più articolata poiché la vulnerabilità delle loro condizioni e del loro statuto, raddoppia.
Una di queste sfide a cui siamo chiamate a rispondere, è quella di dedicare una specifica attenzione anche alle donne migranti che, se prive di un regolare contratto di lavoro, sono maggiormente esposte a fenomeni di sfruttamento, tratta e schiavitù, di cui l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) è testimone anche attraverso le sue attività di contrasto al caporalato e alla tratta di esseri umani.
Lo stato e le reali necessità delle donne vittime di violenze in fuga dai loro paesi e che chiedono asilo sono ancora poco visibili. Quando le donne – che viaggiano anche sole – riescono aggiungere i paesi occidentali, subiscono spesso in altre forme l’inferno della violenza. Infatti molte di loro continuano ad essere esposte al rischio di subire violenza anche nei paesi di accoglienza.
È perciò importantissimo garantire un accesso tempestivo a servizi adeguati sul territorio. Nessuna donna va lasciata sola. Nessuna donna va lasciata senza protezione al proprio destino.
La violenza domestica, come ricorda anche l’Ufficio federale per l’Uguaglianza fra donna e uomo (UFU) riguarda tutte le fasce sociali e tutti i gruppi di popolazione. In Svizzera, la Statistica criminale di polizia (SCP) mostra una quota sovra proporzionale di casi di violenza domestica tra le persone straniere. Nella pubblicazione (giugno 2020) «Violenza domestica nel contesto
Migratorio», l’UFU ricorda che la Convenzione di Istanbul si prefigge anche di lottare contro alcune particolari forme di violenza domestica e di genere contro le donne nel contesto migratorio, segnatamente il matrimonio forzato (art. 37) e le mutilazioni genitali femminili (art. 38).
Secondo una ricerca realizzata dall’UNHCR (l’agenzia ONU per i rifugiati), le rifugiate sono le più colpite dalla violenza contro le donne rispetto a qualsiasi altra popolazione femminile nel mondo E quest’aspetto delle molteplici violenze subite dalle rifugiate durante tutto il loro viaggio, dalla partenza all’arrivo, non è mai messo sufficientemente in evidenza.
Molte donne rimangono nel loro paese (ancora) non perché non siano vittime di violenze, ma perché non hanno alternative. Responsabilità dei figli, scarsa disponibilità economica o restrizioni per il viaggio, sono – ancora per molte catene – che legano alla casa natia. Sempre secondo questa ricerca, i numeri in aumento di donne richiedenti asilo negli ultimi anni – in particolare da paesi che storicamente hanno avuto un flusso quasi totalmente maschile – possono essere letti come un segnale di peggioramento delle condizioni nei paesi di origine, e delle loro gravi ripercussioni sulle donne.
La rete nate il 14 giugno – in collaborazione con Comundo e SOS Ticino – ha dunque deciso di accendere i riflettori sulla realtà delle donne migranti, organizzando una serata dal titolo «Alle frontiere della violenza». E lo farà con personalità di primo piano che si occupano direttamente e quotidianamente del tema:
Corinne Sala, Direttrice Sede Svizzera italiana dell’ONG Comundo; Mario Amato, direttore di SOS Ticino; Monica Marcionetti, responsbile del servizio MayDay; Anne Schmid, Coordinatrice della Piattaforma svizzera contro la tratta degli esseri umani; Rosemarie Weibel, avvocata e membra del FRI istituto svizzero per le scienze giuridiche femministe e gender law. E con la speciale partecipazione di Simona Lanzoni, Partecipante dal 2015 al Gruppo di lavoro
di esperti sulla violenza contro le donne e la violenza domestica (GREVIO); vicepresidente della Fondazione Pangea Onlus.
L’evento è organizzato rispettando tutte le norme sanitarie vigenti; per l’ingresso all’Auditorium è necessario il Covid-Pass.
Iscrizioni presso: info@avaeva.ch
Ulteriori informazioni:
Pepita Vera Conforti, rete nate il 14 giugno: 076 679 92 14
Mario Amato, direttore SOS Ticino: 079 475 16 49
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